giovedì 19 gennaio 2012

DIARIO FORCONI

La rivolta dei forconi, live minuto per minuto

Tv e giornali tradizionali ignorano la protesta che divampa in Sicilia. I cittadini dell’isola hanno perso la pazienza e adesso reagiscono contro la censura mediatica inondando il web di messaggi. La pagina Facebook creata dal Movimento dei Forconi sfiora 27mila adesioni. Ecco i principali avvenimenti della giornata e i pensieri affidati alla rete.
Il quarto giorno di proteste
Quarto giorno di sciopero per Forza d’urto, il movimento dei camionisti dell'Associazione imprese autotrasportatori siciliani e con loro degli agricoltori del Movimento dei forconi e dei pescatori siciliani. La battaglia contro l’aumento del prezzo dei carburanti e delle tariffe autostradali, iniziata lunedì scorso, sta mettendo in ginocchio la Sicilia, interrompendo la circolazione nei porti, nelle strade e nelle ferrovie dell’isola e così l’approvvigionamento di generi alimentari e benzina. Nel frattempo è in corso la riunione convocata dal governatore Raffaele Lombardo con una delegazione di rappresentanti dell'Aias, dei Forconi e dei pescatori aderenti al movimento con i prefetti di Palermo e Catania.
Ore 10.00. Aumentano i disagi per la popolazione: nellʼennese questa mattina gli autotrasportatori hanno bloccato lo svincolo di Catenanuova, in uscita ed entrata nella A19 Palermo-Catania, consentendo il passaggio soltanto ai trasportatori di beni di prima necessità destinati a ospedali e carceri. Altri blocchi si segnalano sulla Statale 640, svincolo di Capodarso, in direzione Caltanissetta e ancora sulla A19, in direzione Catania, allo svincolo di Motta Santa Anastasia. In provincia di Catania il numero dei blocchi ha raggiunto quota 20. Il blocco sta interessando anche la Calabria: un centinaio di trasportatori sono fermi e attendono sul continente di potersi imbarcare, nessun problema invece per l’imbarco sui traghetti di automobili e bus.
Ore 10.30 Pier Carmelo Russo, assessore regionale alle infrastrutture e mobilità, in riferimento alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel movimento, ha dichiarato la necessità da parte delle istituzioni regionali «di esprimersi con chiarezza» e ha aggiunto che« la protesta, pur comprensibile nelle sue ragioni, è scattata con inconsueta durezza nei confronti di un governo nazionale che, assunti importanti impegni solo pochi giorni fa, già comincia ad attuarli». In ogni caso, chiosa «quanto fino ad oggi fatto dal governo Monti non può essere considerato né esaustivo delle iniziative necessarie, né pienamente soddisfacente. Perciò, nelle prossime ore, convocherò una riunione per definire le ulteriori linee di rivendicazione con tutte le organizzazione di settore. Tutte, nessuna esclusa ovviamente, sempre che ognuna di essa sottoscriva un patto di legalità, con il quale ci si impegni a denunciare infiltrazioni della criminalità». Preoccupazione per i rilievi fatti da Confindustria condivisa anche dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineoche ha dichiarato:«Troviamo giustificato lʼallarme lanciato da Confindustria, al quale dovrà darsi grande attenzione».
Ore 11.00 Cancelli ancora chiusi allo stabilimento petrolchimico di Gela. Nonostante la mediazione del Prefetto, che ieri sera aveva permesso ai lavoratori turnisti di lasciare lo stabilimento, i manifestanti sono tornati a impedire lʼaccesso ai lavoratori turnisti. Gli ultimi operai che sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro sono stati alcuni operai, accompagnati in fabbrica, via mare grazie a una motovedetta della guardia costiera, ora lʼaccesso è bloccato. Il presidente di Confcommercio Rocco Pardo ha detto di condividere«gli obiettivi della lotta di contadini e autotrasportatori, ma non i metodi, perchè i blocchi stanno creando danni rilevanti allʼeconomia siciliana già in coma».
Ore 11.15 «Tra gli agricoltori e gli autostraportatori che stanno creando notevoli danni al sistema imprenditoriale, abbiamo rilevato direttamente, e attraverso i nostri associati, la presenza di personaggi legati alla criminalità organizzata», così il presidente di Confindustria in Sicilia, Ivan Lo Bello. La posizione di Confindustria ha portato Martino Morsello, uno dei rappresentanti dei Forconi di Palermo, ha iniziare lo sciopero della fame in segno di protesta «Con sdegno – ha detto Morsello - il nostro movimento denuncia una campagna denigratoria del presidente degli industriali siciliani, Ivan Lo Bello, e di tutti i rappresentanti di categoria, per le gravi dichiarazioni diffamatorie rese alla stampa dove parlano di infiltrazioni di mafia dietro il Movimento dei forconi».
11.25 Continua ad essere presidiato il porto di Palermo e si segnalano disagi nei pressi della circonvallazione di via Oreto, dove i manifestanti hanno bloccato una trentina di mezzi pesanti. Situazione analoga anche allo svincolo di Villabate, dove sono circa trenta i mezzi i camion fermi, e lungo lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento, allʼaltezza dello svincolo per Bolognetta. Bloccati anche i trasportatori in circolo presso lo svincolo per Lercara Friddi.
Ore 12.15 Benzina finita nei distributori di Palermo. Sono poche le pompe che ancora dispongono di poche scorte e l’incolonnamento delle auto blocca la circolazione.
Ore 12.30 Lo Bello ritorna sul tema delle infiltrazioni criminali fra gli scioperanti e dice: «Non cerchiamo frasi ad effetto, se diciamo certe cose è perché si tratta di presenze inquietanti - e aggiunge - dietro questa mobilitazione, vedo un vecchio ribellismo siciliano, con dei leader che fanno politica e qualche politico trombato che vuole ritrovare la scena alimentando la protesta. La preoccupazione è che tutto ciò si possa risolvere in una grande operazione di trasformismo».
Ore 13.00 «Non siamo mafiosi, se lo dite fate i nomi», ribatte così Morsello, leader del Movimento dei Forconi, dai microfoni di Start, la trasmissione di Rai radio 1, alle accuse del Presidente di Confindustria Sicilia Lo Bello. Morsello ha poi aggiunto di non appartenere a Forza Nuova e di aver parlato «di rivoluzione intesa solo come rivoluzione culturale entro i paletti della legalità». Forza nuova proprio questa mattina, in una nota diffusa alla stampa, aveva dichiarato: «La lotta dei contadini siciliani per la sovranità alimentare e il ritorno alla centralità dellʼagricoltura, e ai valori del mondo contadino, e la protesta degli autotrasportatori per la defiscalizzazione dei carburanti, non possono non catalizzare lʼattenzione e la solidarietà attiva di Forza Nuova». I militanti avevano poi invitato la cittadinanza «a unirsi a quella che ci auguriamo possa in breve diventare la lotta di un intero popolo umiliato contro chi ha sempre gestito il potere con arroganza e disprezzo».
13.20 Sulle parole di Lo Bello sono intervenuti anche Giacomo Terranova, parlamentare nazionale di Grande Sud e Fabio Granata, vicecoordinatore di Futuro e Libertà. Il primo ha invitato a discutere la cosa nei luoghi opportuni e non solo con la stampa: «Non bisogna fare di tutta un'erba, un fascio. Di fonte a una protesta così dirompente che coinvolge numerose persone, scese in strada per rivendicare diritti legittimi di libertà e sviluppo, rappresenta un grave pregiudizio sollevare dei dubbi sommari su presunte infiltrazioni mafiose nei movimenti. Chi sa parli, nelle sedi opportune, con i magistrati non solo con i giornalisti. Altrimenti si rischia di essere poco credibili». Granata invece, pur avendo detto di essere legato da rapporto di grande amicizia con Lo Bello, ha aggiunto: «non posso condividere le sue parole sul Movimento dei Forconi. In campo possono anche esserci personaggi poco raccomandabili e metodi che non sono d'aiuto alla crisi siciliana, ma la protesta va capita e, oltre alla politica, dovrebbe essere l'impresa e la grande industria a fare autocritica e a comprendere le ragioni dei siciliani».
Il vicecoordinatore di Fli ha poi concluso: «Non si può sfruttare un territorio senza concedere neanche ciò che è previsto dallo Statuto e dalle normative ad iniziare da bonifiche industriali mai fatte e da manutenzione e sicurezza degli impianti inesistente, per non parlare dell'inquinamento inaccettabile di aria e acque. Da vice presidente della Commissione Antimafia attendo riferimenti precisi sulle presunte infiltrazioni mafiose, da uomo politico dico a Ivan di avere memoria storica dei rapporti in Sicilia tra certa politica, impresa e grande industria molto spesso alla base del disastro siciliano».
15.25 Al termine dell’incontro con i rappresentanti del movimento e i prefetti, il governatore della Regione Raffaele Lombardo ha comunicato di avere chiesto con una lettera un confronto con il presidente del consiglio Monti, per un confronto «su alcuni punti delle rivendicazioni poste dal movimento che sta protestando in Sicilia, dalle accise sulla benzina ai costi dei trasporti». Leggi la nota pubblicata da Lombardo al termine dell'incontro.
15.35 Il leader degli autotrasportatori Giuseppe Richichi ha comunicato che «i blocchi continueranno domani» e di aver «convocato una riunione a Catania per le 18, durante la quale sottoporremo all'assemblea i punti emersi nell'incontro e decideremo su eventuali forme di protesta». La protesta quindi non pare essersi placata e su una possibile interruzione immediata dei presidi è stato lo stesso Lombardo a dichiarare le sue perplessità ammenttendo che «non c'è pieno controllo del movimento». Lombardo ha detto di essere pronto a intervenire con «agevolazioni per le categorie da parte della Serit e di Crias e sul piano legislativo con un disegno di legge sul commercio».
17.05 Confindustria Palermo annuncia di voler chiudere gli stabilimenti del capoluogo come controprotesta ai blocchi organizzati dagli autotrasportatori. La confederazione chiede inoltre che «vengano forzati i blocchi e scortati dalle forze dellʼordine i camion e i tir che trasportano merci». Lʼassociazione non nasconde la propria preoccupazione rivelando un calo di produzione del 70%., con una flessione intorno al 30% per le industrie del settore turistico. Allarmanti anche le dichiarazioni del presidente degli industriali palermitani, Alessandro Albanese che ha duramente criticato le forme della protesta: «Sempre più imprese stanno comunicando le procedure di cassa integrazione per il proprio personale. I nostri automezzi sono stati sequestrati dai manifestanti. I nostri autisti sono stati costretti a chiudere i camion e proseguire a piedi, deploriamo questi ricatti e violenze degni di una guerra civile».
17.30 Anche Maurizio Landini, segretario nazionale Fiom, ha commentato la situazione siciliana dichiarando che: «Ciò che sta accadendo indica un malessere molto forte. Le forme con cui si manifesta devono fondarsi sulla democrazia, sulla non violenza e sulla costruzione del consenso». Landini ha sottolineato l’importanza di un accordo generale su temi legati alla lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e all’illegalità che rappresentano valori imprescindibili.
18.30 Ladri di benzina. In provincia di Siracusa due ragazzi di 21 e 25 anni sono stati denunciati perché accusati di aver provato a sottrarre del gasolio da un autobus in sosta presso una stazione di servizio. I due giovani avrebbero agito in questo modo per rifornirsi di carburante, merce ormai rara nell'intera isola.
19.30 Cresce l’allarme in Sicilia per il protrarsi delle manifestazioni e per il timore che tra i manifestanti ci siano criminali ed esponenti di gruppi estremisti appartenenti sia alla destra che alla sinistra. Oltre alle infiltrazioni mafiose denunciate da Confindustria e da altre associazioni locali, al movimento avrebbero preso parte anche soggetti legati a Forza nuova e ai centri sociali. La Digos di Palermo sta monitorando la situazione.
Voci e tweet della rete:
Dalla rete intanto arriva la notizia del termine dell'incontro fra il presidente della regione Lombardo e Forza d'urto.
Redazione TE@TrasportoEuropa: terminato incontro alla Regione tra presidente Lombardo e Forza d'Urto
La protesta si allarga e pare abbia raggiunto l'Abruzzo, il Lazio e la Lombardia dove domani sarebbero previsti nuovi blocchi:
Nicola Maza: La rivolta ha valicato lo stretto e a Roma si teme l'onda della protesta
Mi chiamo.fenice: la protesta non si ferma..arrivata in Abruzzo!!Media.dove siete!?
Nicola Maza: Possibile blocco di domani della A1 da parte del Movimento dei forconi di Milano
Salvo Longo: e domani i forconi bloccano Milano!!!
Su twitter non solo voci a sostegno del movimento, ma anche contro. Nonostante il movimento dichiari la sua estraneità da qualsiasi partito politico, non tutti sul social network sembrano essere d'accordo.
Sonia G.: fermosicilia non è la protesta dei siciliani. Mafia e fascismo dietro i forconi siciliani
Nicolò @machediscorsi: Gli studenti siciliani non si fanno strumentalizzare da Partiti e Sindacati: le manifestazioni di domani sono spontanee.
Domenico Naso: I forconi non mi convincono: mafia e destra estrema, tipo moti di Reggio. No, grazie.
Alberto S: Il movimento dei forconi si configura sempre di più come un attacco alla vita dei cittadini siciliani, e all'economia della regione
Circola ora un video che, secondo i manifestanti, testimonierebbe che un treno è piombato sulla protesta, volta ad interrompere il transito sui binari (guarda il treno passare dal minuto 3.40)


Il terzo giorno di proteste
Benzina esaurita in molti distributori, rincarata in altri e gli scaffali dei supermercati che iniziano a svuotarsi. Sono questi i risultati della protesta cha da tre giorni imperversa in Sicilia. A portare in strada il movimento Forza d'urto, questo il nome del movimento dei camionisti, l'aumento dei prezzi del carburante e delle tariffe autostradali. Alle manifestazioni si sono aggiunti anche gli agricoltori dell'isola con il Movimento dei Forconi e i pescatori, tutti esasperati dalla crisi economica e dall'assenza di misure efficaci per risponervi.
Ore 14.40, i dimostranti non hanno intenzione di desistere. Il traffico è in tilt e a risentirne sono anche le attività commerciali. A Pachino il mercato ortofrutticolo è stato travolto dalla protesta e i manifestanti hanno dichiarato che «Nessun prodotto orticolo potrà raggiungere i mercati nei prossimi giorni a causa degli sbarramenti presidiati giorno e notte su tutte le strade provinciali di collegamento».
Supermercati e pompe di benzina sono stati presi di assalto, creando anche momenti di tensione. Ieri sera infatti un senegalese, che si era lamentato perché un automobilista non aveva rispettato la coda per fare benzina, è stato preso a sprangate dal conducente che era passato avanti. I distributori di carburante ad Agrigento e nei paesi dell'entroterra hanno per lo più chiuso per esaurimento scorte, mentre a Caltanissetta le riserve sono esaurite già da ieri.
Intorno alle 15, a Palermo, un corteo ha bloccato il porto della città, impedendo la circolazione. Sono moltissimi e vengono da tutta Europa gli autotreni bloccati.  Porto fermo anche a Messina, con conseguenze non sono solo  sulla distribuzione di generi di prima necessità, ma anche sulla cultura. A Catania, a causa delle scenografie bloccate al porto di Messina, è stata posticipata a fine stagione la rappresentazione teatrale La commedia di Orlando, con Isabella Ragonese.
Ore 16.30, tensione al Petrolchimico Eni di Gela: la polizia ha tentato invano di scortare i lavoratori turnisti oltre i blocchi dei manifestanti. Mezz'ora dopo un autobus con 50 operai è riuscito a passare, ma la situazione è tesa e si temono scontri. Intanto la direzione dello stabilimento minaccia di chiudere l'impianto se non verrà concesso agli operai di transitare regolarmente. Dopo un passaparola passato attraverso i social network, anche gli studenti siciliani sono scesi in piazza al fianco dei lavoratori. I ragazzi stanno organizzando uno sciopero per questo venerdì.
Poco prima delle 18, il Codacons lancia l’allarme speculazione, parlando di «possibili aumenti dal 10 al 50%» soprattutto per i generi alimentari. I rincari hanno ovviamente interessato anche il prezzo della benzina, che in alcune stazioni di servizio ha superato 1,7 euro al litro o addirittura 1,8 euro al litro. Il segretario nazionale Francesco Tanasi si è rivolto alla Guardia di Finanza, cui ha chiesto di vigilare costantemente la situazione, e al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri affinché si possa «trovare una soluzione valida al problema». Secondo il segretario l’emergenza va fermata al più presto perché i cittadini «non potranno resistere ad altri due giorni di blocco totale come i tre già vissuti».
Ore 18.30. Confindustria e altre undici associazioni hanno redatto un documento congiunto per chiedere al governo di intervenire in Sicilia. Secondo i firmatari si sarebbero infiltrati fra i manifestanti gruppi vicini alla criminalità e alla mafia. Alcuni esercenti sarebbero infatti stati vittime di atti intimidatori da parte di delinquenti.
Migliora intanto la situazione davanti allo stabilimento petrolchimico di Gela. Gli scioperanti hanno garantito al prefetto Umberto Guidato di allentare i blocchi per permettere ai lavoratori della raffineria di effettuare il cambio turno con i colleghi. Non sarà più necessaria un'interruzione forzata delle attività che avrebbe potuto costituire un rischio non solo per gli impianti, ma anche per l’ambiente. Un'ora fa i lavoratori hanno potuto finalmente lasciare la struttura, dopo aver lavorato ininterrottamente, senza alcun cambio, dalle 22 del giorno precedente.

Intanto, i tir hanno varcato lo stretto


Il sostegno della rete
La protesta, finora poco considerata da molti media, ha trovato invece ampio spazio su Facebook e Twitter. Su Facebook La pagina Movimento dei Forconi continua a raccogliere adesioni, e su Twitter i cinguettii dedicati alla situazione siciliana sono moltissimi. Ecco i commenti di oggi della rete.

Nessun commento:

Posta un commento