giovedì 19 gennaio 2012

FORCONI



Il Movimento Pastori Sardi dà piena solidarietà al Movimento dei Forconi della Sicilia per la grande manifestazione che si terrà nell’isola il 16 gennaio 2012. Di seguito, il comunicato stampa del Movimento dei Forconi.
Dal sedici al venti di gennaio i siciliani che non ne possono più di essere maltrattati da tutti, abbandonati dalla loro classe dirigente e lasciati al loro destino, scenderanno sulle strade, picchetteranno i punti cruciali del traffico siciliano, presidieranno le raffinerie ed inizieranno una rivoluzione, che non sarà la presa della bastiglia, ma che dovrà far saper all’Italia intera quanto questo popolo solitamente dormiente e spesso schedato come mafioso, vuole girare pagina e dichiarare la propria rabbia verso questi comitati di affari dei palazzi romani e palermitani che stanno praticando un’eutanasia violenta al mondo delle imprese. Tanto è l’interesse per il bene collettivo che solo qualche giorno fa, su iniziativa di tre autorevolissimi signori appartenenti a maggioranza ed opposizione ovviamente ,guarda caso tutti di origine ragusana, mentre fuori dal palazzo l’isola è al fallimento, in periodo natalizio,hanno pensato bene di proporre un provvedimento di proroga “salva parenti”.
Fortunatamente l’Assemblea Regionale, per questa volta almeno, è stata più saggia. E poi ci chiamerebbero qualunquisti se solo dichiarassimo che sono tutti uguali. Che dire? Niente, rimane solo qualcosa da fare. Rispolverare i forconi ed iniziare la guerra a questo sistema politico che non smette nella sua autoreferenzialità. Quale altra strada se non quella della guerra a questo sistema?  Il “Movimento dei Forconi” la farà in tutte le sedi. Siamo pronti ed il momento riteniamo sia maturo.
Che c’entra tutto questo con il mondo dell’agricoltura? Forse non ha alcuna affinità apparente ma se questo è il personale istituzionale, purtroppo da noi eletto in modo tutt’altro che democratico, a chi dobbiamo rappresentare il nostro disagio? A chi dovremmo rappresentare il disagio delle campagne, delle aziende commerciali, delle aziende artigianali, del mondo del lavoro? A coloro i quali dall’alto della loro sfrontatezza o della loro strafottenza continuano a fregarsene del malessere di un popolo? Quando un’azienda si avvia al fallimento la prima cosa che chiedono i soci investitori sono le dimissioni del consiglio di amministrazione. L’Italia è al fallimento e qualcuno avrà pure delle responsabilità, ma nessuno pensa di lasciare e tornarsene a casa. A turno si ripresentano le stesse facce che da trent’anni guidano questo paese. Noi di questa classe dirigente vorremmo solo le dimissioni. Nient’altro. Non lo faranno? Bene, costruiamo l’esercito di cittadini, fino a quando capiranno che l’isola o che l’Italia intera è in procinto di esplodere.
Noi iniziamo il sedici dalla Sicilia con il fermo degli autotrasportatori,insieme a quelli che per fare il pieno devono fare un mutuo di volta in volta. Ci saranno disagi per tutti ma qualcuno ci suggerisca come fare diversamente per costringere quest’associazione di pensatori per i cazzi loro ad occuparsi in modo vero dei problemi di questa grande parte di cittadini che non riescono più a vivere. Anzi per essere ancora più precisi: gente che lavora e porta a casa debiti.
Che cos’è lo stato se non risponde alle esigenze dei cittadini? Cos’è un governo, sia esso regionale o nazionale, se non rappresenta i diritti del suo popolo? Può un governo assistere ad un processo economico definito globalizzazione senza difendere le sue imprese in nome di scellerati accordi che ingoiano intere generazioni? Il nostro umile parere è solo che non può. E noi nasciamo per difenderci.
Una precisazione doverosa su tutte. Non abbiamo assolutamente intenzione di fare una guerra tra poveri, ma ci piacerebbe che tutti condividessero questa rivolta democratica, contro una dirigenza politica che dal profilo somiglia ai tanti Guarguaglini di Finmeccanica che ci sono in giro per l’Italia, il cui principio ispiratore è sempre lo stesso: intanto penso per me stesso,al resto penserà qualcun’altro. Davanti a questa polvere maleodorante, ormai impossibile da nascondere sotto al tappeto, come si fa a raccontare a chi di dovere, consapevole e nello stesso tempo incurante del disastro, che questa globalizzazione ci sta stritolando, che le arance,il latte, il frumento, i pomodori, le zucchine non fanno più reddito, che l’agricoltura muore e con essa trascinerà inevitabilmente tutto il resto? Di fronte ad un mostro di tali proporzioni, che non considera il mondo delle imprese qualcosa di prezioso da salvaguardare, cosa rimane da fare? Difendersi, salvare la propria dignità, rifiutare la rassegnazione, respingere i compromessi,senza se e senza ma.
Il 16 gennaio 2012 sarà solo l’inizio. Non potrà finire il 21 in un tutto come prima, occorrerà resistere, perseverare, lo dobbiamo alla nostra dignità, lo dobbiamo ai nostri figli, lo dobbiamo a chi ci ha lasciato qualcosa col sudore della fronte, lo dobbiamo al popolo degli italiani onesti che stanno aspettando che qualcuno giri la chiave. Siamo stati spettatori di quella primavera araba che ha cambiato nel bene o nel male la storia del nord Africa. Il vento è arrivato dalle nostre parti,la brezza comincia a farsi sentire, è maturo il momento per il riscatto dei siciliani onesti e lavoratori. E’ arrivato il momento per scrivere quella nuova pagina di storia che aspettavamo da qualche secolo.
Mariano Ferro – Movimento di Forconi
Info: +39.393.1773861
Email: marianoferro@hotmail.it

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