mercoledì 29 febbraio 2012

STEFANO COMPARELLI SU MERIDIONALISTI ITALIANI

Meridionalisti Italiani-Strategia generale



 NOTE SULLA STRATEGIA GENERALE DEL NEOMERIDIONALISMO  ,NELL’EPOCA DEL DOMINIO DELLLA FINANZA GLOBALE
di Beppe De Santis
29 FEBBRAIO 2012

“Finanza globale,Europa/Euro,nuovi termini della questione meridionale

L’odierna “questione meridionale” può essere interpretata e affrontata soltanto all’interno dei più generali squilibri strutturali europei, mediterranei e globali.
All’interno della mappa delle questioni meridionali dell’Europa a 27 membri  e dell’Eurozona a 17.
All’interno della nuova mappa geoeconomica e geopolitica determinata, negli ultimi 40 anni, dal progressivo affermarsi, e ,oggi, dal dominio assoluto della finanza globale, del finanzcapitalismo.

Va attualizzata la grande lezione di Nicola Zitara.
Lo sforzo analitico e strategico –oltrechè il metodo-contenuto nel testamento di Nicola Zitara,”L’invenzione del Mezzogiorno.Una storia finanziaria”,pubblicato nel 2010, va aggiornato e applicato agli squilibri strutturali prodotti dall’odierno finanzcapitalismo globalizzato.
Altrimenti saremmo completamente fuori dalla storia reale,a rimuginare le tragedie di un passato, che non ci salva.

I-IL PRIMO PUNTO, DI PARTENZA E DI ATTACCO, DEVE ESSERE QUELLO CONTRO LA FINANZA GLOBALE CONTEMPORANEA

Innanzitutto, occorre comprendere la natura , i caratteri e i meccanismi esatti dell’attuale finanzcapitalismo.

Possono fungere da ottimo supporto analitico e strategico i seguenti volumi :
-Luciano Gallino, Finanzcapitalismo, 2010;
-Nouriel Roubini e Stephen Mihm,” La crisi non è finita”,2011;
-Loretta Napoleoni, “Il contagio”, 2011;
-Lucio Caracciolo , “America vs America”, 2011.

La finanza globale contemporanea E’ “IL” POTERE,il vero potere, dominante su tutti gli altri:
-economia reale,imprese;
-politica, Stati;
-cultura, media,università,centri di ricerca e Fondazioni.

L’odierno finanzcapitalismo ha svuotato contestualmente le tre sovranità fondamentali:
-la sovranità statale;
-la sovranità popolare democratica;
-la sovranità monetaria statale.

Orientamenti e direttrici programmatiche e d’azione.
1-Riduzione radicale e strutturale della DIMENSIONE QUANTITATIVA DELL’ATTUALE FINANZA GLOBALE,e della massa monetaria,in gran parte virtuale, che ne consegue.
Rimettendo al centro l’economia reale e i territori;ricostruendo un rapporto corretto ed equilibrato tra economia reale e credito. Con un sistema creditizio al servizio dell’economia reale, cioè delle famiglie e delle imprese.
2-Riduzione strutturale della mole dei cosiddetti TITOLI DERIVATI,e, dei relativi aggregati, oscuri, ingestibili e destabilizzanti.
3-Eliminazione di gran parte della FINANZA OMBRA,che vive in simbiosi con il sistema bancario ufficiale,e,mediante la quale si producono le peggiori scorrerie dell’attuale finanzcapitalismo.
4.Abbattimento della dimensione quantitativa dei vari soggetti finanziari ( banche, assicurazioni, fondi),ristrutturando la platea degli attuali giganteschi soggetti finanziari in una mappa gestibile e controllabili di soggetti medi , medio-piccoli e piccoli.
Altrimenti, continuerà ad imporsi la regola secondo cui tali soggetti “sono troppo grandi per fallire”, anche  quando combinano disastri devastanti e diventano soggetti alegali, illegali, patentemente criminali.
5.Ripristinare la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento.
6.Definaziarizzare, il più possibile , l’economia reale.
7-Rilanciare la mappa e la rete della banche territoriali, a partire da quelle cooperative, piccole e medie.
8-Ridurre ,allo stretto indispensabile, la leva  finanziaria –il rapporto tra capitale posseduto e capacità di investimento- dei vari soggetti finanziari,a partire dalle banche ,e ,imporre una dotazione patrimoniale consistente ed effettiva.
Questa è la madre di tutte le battaglie.
Senza impostare, ingaggiare e vincere questa battaglia, la guerra è perduta.
Questa battaglia va condotta ad ogni livello territoriale , di governo e di governante:locale/regionale, nazionale, europeo, globale.

L’OBIETTIVO STRATEGICO DEVE CONSISTERE NEL RIPRISTINO DELLE TRE SOVRANITA’ SVUOTATE E PERDUTE:
la sovranità statale, la sovranità popolare democratica, la sovranità monetaria.

III-IL SECONDO PUNTO DI ATTACCO DEVE ESSERE A LIVELLO DELLA UNIONE EUROPEA E DELL’EUROZONA

Il primo compito strategico degli europei, dei singoli Stati della UE e dell’Eurozona, della UE e dell’Eurona, nel loro complesso, è quello di combattere contro l’attuale finanza globale, l’attuale finanzcapitalismo, di cui al punto precedente.
Per far ciò, occorre avere gli attributi giusti.
Al contrario, oggi, la UE, l’Eurozona, i singoli Stati membri sono completamente disarmati e impotenti nei confronti del DOMINIO della finanza globale sul mondo e sull’Europa stessa.
L’Unione Europea, l’Eurozona, è in crisi di identità e culturale, economica finanziaria e monetaria , istituzionale e politica.
Dopo oltre 50 anni di costruzione europea ,e, oltre 10 anni di Eurozona, i nodi sono venuti al pettine.
Siamo ad un passaggio fondamentale della storia europea. Siamo di fronte ad una svolta. Scelte alternative e drammatiche si impongono.
L’Unione Europea,in generale,e, l’Eurozona, nello specifico, soffrono di criticità costituzionali, non più gestibili nel modo tradizionale:
-crisi democratica e di legittimità;
-crisi istituzionale e politica ( governabilità efficiente e trasparente);
-crisi economica e di competitività;
-crisi finanziaria, di debito pubblico e monetaria;
-crisi per mancato coordinamento e unità delle politiche economiche e fiscali comuni.
Una crisi di sovranità ,insomma: di democraticità, di legittimazione, di patto sociale di cittadinanza, di spessore costituzionale.
In questo quadro, è esplosa la crisi dell’Euro,deflagrata formalmente nell’estate del 2011.

Gli atteggiamenti , e i  comportamenti, delle  elites, delle leadership, ma anche delle opinioni pubbliche, si  suddividono
-in atteggiamenti/comportamenti di galleggiamento inerziale, affidandosi allo stellone;
-di europeismo retorico e volontaristico;
-di euroscetticismo o di antieuropeismo, più o meno sinceri e coerenti.
In un mare enorme di confusione,una  babele di equivoci, di incompetenza, di irresponsabilità, di dibattiti risibili e pericolosi.

Il punto è che l’Unione Europea, e al suo interno l’Eurozona,
-NON E’ UNO STATO, né unitario , ne federale, tipo gli USA, gli Stati Uniti d’Europa non esistono ( non c’è sovranità statale europea);
-non è democratica e trasparente, è tecnocratica e opaca ( non c’è sovranità popolare democratica europea);
-l’Euro è una moneta senza Stato.Al paradigma storico per cui lo Stato batte moneta da noi si pretende che una moneta batti/fondi uno Stato.La Banca Centrale Europea ( BCE) non è una vera banca nazionale statale,  com’è -al contrario- la Banca centrale americana ( la Federal Reserve);
-non detiene,non governa politiche  economiche e fiscali unitarie.
Da qui derivano  disordine, impotenza,implosione, crisi.
La confusione di sistema.
Cosa è in crisi?L’Unione Europea/ Eurozona? L’Euro?
E’ in crisi per prima l’Unione europea/Eurozona, o prima l’Euro?
E’ saggio sottolineare che  prima della questione Euro, c’è  la questione dell’Europa, della statualità europea. Della mancata statualità europea.

Allora, delle due, l’una.
O, in tempi ravvicinati, si costruisce il nuovo soggetto politico europeo,gli Stati Uniti d’Europa.
Con un vero Parlamento, democraticamente rappresentativo e deliberativo. Non solo consultivo, e impotente.
Con un vero Governo europeo. Altro che Commissione europea, che oggi conta pochissimo, sempre di meno.
Con una vera Banca centrale statale dello Stato europeo. Altro che BCE.
Con una vera politica economica e fiscale unitaria. Altro che coordinamento ,e balletti e controballetti di summit bini e trini,e plenari.
Ricostruendo a livello europeo le tre sovranità svuotate e perdute:la sovranità statale, la sovranità popolare e la sovranità monetaria.
Saranno stroncate così le tentazioni e tendenze,insieme velleitarie e pericolose per tutti:
-ad un’Europa e/o Eurozona germano-centrica,
-ad un’ Europa velleitariamente diarchica franco-tedesca;
-ad un’Europa del Nord ( con Euro-nord) e una del Sud ( con Euro-sud).
Ciascuna di queste tre alternative è intollerabile, negativa,o impraticabile fino in fondo.
O, volenti o nolenti,ciascuno Stato membro della UE o dell’Eurozona è costretto, sarà costretto, dai fatti,a tutelare il proprio interesse nazionale,con meno o niente Unione Europea, con poco e niente Eurozona ,per conto proprio. E anche, ahimè, in competizione con gli altri Stati.
Tutelare il proprio interesse nazionale,con tutti i crismi.
Con il pieno ripristino delle tre sovranità statale, popolare, monetaria. In ciascuno degli attuali Stati membri.
Nel caos attuale, non si può continuare ad andare avanti.
L’Unione Europea , così com’è oggi, non può più funzionare.
L’Eurozona, così com’è oggi, non può più funzionare.
L’Euro, così com’è oggi, non può più funzionare.
La Banca Centrale Europea, così com’è oggi, non può più funzionare.
Questa è l’alternativa.
O Stati Uniti d’Europa, presto, prestissimo. Con sovranità europea.
O ciascuno Stato nazionale è costretto a riguadagnare la propria autonomia, la propria piena sovranità. Sovranità statale, popolare, monetaria.
Tertium non datur.
Ovviamente, quando parliamo di Stati Uniti d’Europa, non siamo così velleitari da pensare di aggregare tutti gli attuali 27 stati membri della UE,né tutti i 17 dell’Eurozona. Questo è oggi impossibile.
Pensiamo ad un nucleo centrale che comprenda ,innanzitutto,la Germania, la Francia,l’Italia,la Spagna e la Polonia.Questo è il baricentro equilibrato dei possibili Stati Uniti d’Europa.
Se questo percorso è  ritenuto non praticabile, non resta che la seconda alternativa: tornare alla piena sovranità degli Stati nazionali.
Insomma, o l’Euro diventerà presto la moneta sovrana di un vero Stato sovrano, i nuovi Stati Uniti d’Europa, o l’attuale sistema è destinato a crollare, e comunque a produrre più danni che benefici.
Noi non dobbiamo stare a guardare, o subire, ma dobbiamo pensare, progettare, proporre, agire.
Una vera alternativa al caos attuale, un vero progetto alternativo,una vera capacità politica alternativa.

Cosa è successo, e sta succedendo ,in questi mesi, in Europa?
Mentre i mercati, la finanza globale, la finanza ombra, gli speculatori, attaccavano  e attaccano all’arma bianca.
Questa volte, sul versante dei debiti pubblici.
Si potrebbe dire: ciascuno per se e Dio per tutti.
La Germania ha cercato di salvarsi, da sola, e a scapito degli altri partners, soprattutto quelli dell’Europa mediterranea e dei Paesi più piccoli.
La Francia, obtorto collo, e con qualche furbizia eccessiva, ha cercato di restare attaccata al carro tedesco o almeno far finta.
L’Inghilterra si è ulteriormente ritirata  e concentrata sul proprio ambito statale nazionale , finanziario e monetario.
La restante Europa mediterranea è andata- o è stata spinta,invitata bruscamente- via via alla deriva o nei paraggi della deriva:la Grecia vicina al completo fallimento;il Portogallo quasi idem;l’Italia e Spagna in grande ambasce,prossime a qualche irreparabile precipizio, sull’orlo dell’abisso.
L’Irlanda in un mezzo disastro.
I famigerati PIIGS.I porci.
L’Ungheria prossima al fallimento.

In questo quadro,sono maturate le note e travagliate manovre di tamponamento, del ciclo 2010-2011. A pezzi e bocconi, in ritardo, nella più grande confusione.
Da una parte, misure draconiane di austerità,inique e  fortemente recessive.
Dall’altra,misure per tutelare il sistema bancario europeo e per alimentarne la liquidità , tra ritardati e contenuti supporti tedeschi,FMI, e BCE.
Infine, la travagliata e contorta maturazione del cosiddetto NUOVO SISTEMA DI GOVERNANCE DELL’EUROZONA, da formalizzare nella primavera del 2012: il cosiddetto FONDO SALVA-STATI;uno schema unitario di rigide politiche fiscali, il nuovo patto fiscale dell’Eurozona; sullo sfondo, il miraggio degli Eurobond;la riapertura ciclica del dibattito sulla tassazione delle transazioni finanziarie ,con la mitica Tobin tax e così via.
E’ questo il gioco disperato, con le regole esistenti,con le tradizionali strategie e strumentazioni ,che fanno acqua da tutte le parti ,con i rapporti di forza attuali, sic stantibus rebus.

Bibliografia e documentazione di supporto:
-Limes, “Alla guerra dell’Euro”,n.6/2011;
-Enrico Letta e Lucio Caracciolo, “L’Europa è finita”, 2010;
-Bruno Amoroso, “Euro in bilico”, 2011;
-Dimitri Deliolanes, “ Come la Grecia”,2011;
-Degli Esposti, Giacomin, Righi, “Conversazione con Romano Prodi e Jaques Delors.Dieci anni con l’euro in tasca”, 2011;
-Max Otte, “L’euro disastro”, 2011;
-Marino Badiale e Fabrizio Trincali, “Liberiamoci dell’euro. Per un’altra Europa”, 2011.

III-IL TERZO PUNTO DI ATTACCO A LIVELLO NAZIONALE

Lo scenario nazionale si è caratterizzato, negli ultimi mesi, dalle manovre antideficit estive, dalla caduta di Berlusconi, dall’avvio del ciclo di Monti con le relative  e draconiane misure per il consolidamento della finanza pubblica, dal sicuro effetto recessivo, almeno per l’immediato.
Per ora,colpiti, innanzitutto ,i ceti popolari e medi di massa:IMU, Pensioni, IVA.
Scenario sociale  e politico:
-Monti che procede come un treno;
-ceti popolari bastonati,incazzati e preoccupati;
-Lega Nord ferocemente e spudoratamente contro;
-IDV contro;
-sindacati sul piede di guerra;
-PDL e PD che abbozzano, borbottano, minacciano;
-il terzo POLO completamente e opportunisticamente schiacciato su Monti,nella speranza di ereditare una parte dello spazio politico post-berlusconiano.

Strategie, visioni, programmi altri, diversi, alternativi: zero.
Un vuoto totale di idee , di strategie all’altezza della sfida posta dal dominio della FINANZA GLOBALE, che è il punto di partenza e di arrivo di tutte le battaglie di questa fase storica.
Una classe dirigente di nani , falliti,ignoranti, arroganti, opportunisti,bugiardi, corrotti e ladri.
Vi sono  i sostenitori, più o meno entusiasti di Monti, per vero o per finto ( Terzo Polo, tecnocrazie).
Vi sono quelli che sono costretti a sopportare , obtorto collo, Monti ( PDL, PD).
Vi sono quelli contro Monti, per mestiere, ma pronti a trattare, se legittimati ai tavoli di concertazione  e del potere( sindacati e rappresentanze corporative varie).
Vi sono quelli ferocemente contro Monti ( Lega, IDV, sinistre sindacali e radicali varie).
Queste quattro posizioni sono accomunate da una caratteristica comune: non hanno un progetto alternativo,non hanno una visione alternativa al dominio della finanza globale ( a parte fare quotidiane e generiche sparate contro tutto), non hanno nemmeno capito la portata della sfida globale in corso.
Il coro è molto molto più simile ed omogeneo di quanto non appaia.
Sono , tutte,posizioni perdenti e devastanti.
Noi non intendiamo accodarci a questo coro.
Noi lavoriamo per una visione, una strategia, un progetto alternativi.
Quel progetto evocato nei punti precedenti.

IV- LA STRATEGIA NEOMERIDIONALISTA VA INCARIDINATA IN QUESTA STRATEGIA GLOBALE
Il movimento neomeridionalista non si deve confondere dentro questa palude di incompetenza, di opportunismo,di ignavia, di miserabile povertà di strategie e progetti alternativi ,di populismi di destra e di sinistra, di populismi nordisti e sudisti.
Finora, ho registrato soltanto tre miserabili gare:
-tra chi sostiene, alla meglio o alla meno peggio, Monti :noi non siamo tra questi;
-tra chi cerca di barcamenarsi con Monti, in attesa  di liquidarlo e della rivincita ( PDL, PD): noi no siamo tra questi;
-tra chi attacca ferocemente Monti ( Lega Nord, IDV, populisti vari destrorsi e sinistrorsi, tribù  velleitarie di sudisti e nordisti o di sedicenti tali):noi non siamo tra questi.
Noi non facciamo parte di questa immonda cagnara.
Il progetto neomeridionalista va incardinato nel progetto e nella battaglia per abbattere e riformare l’attuale sistema di domino della finanza globale ( punto I);
nel progetto e nella battaglia per la riforma costituzionale, politica e monetaria dell’Europa, perché esistano e vengano ripristinate,  o a livello europeo o a livello nazionale statale, le tre sovranità  statale, popolare e monetaria ( punto II);
nel progetto e nella battaglia per ripristinare, per l’Italia, le tre suddette sovranità ( punto III).
Dentro questo scenario analitico e progettuale vanno incardinati e fatti vivere i cinque caposaldi del neomeridionalismo .
-identità storico-politica ( da Zitara a Pino Aprile);
-Repubblica federalista unitaria ,alla tedesca, con un Sud  unito al suo interno, secondo il progetto di Giorgio Ruffolo;
-progetto di sviluppo economico sostenibile del Sud ( progetto Grande mediterraneo, fiscalità di sviluppo, tutela e valorizzazione delle proprie risorse, centralità dell’agricoltura, progetto energetico);
-autonomia culturale e identitaria;
-autonomia politica, anche con la costruzione di un grande PARTITO D’AZIONE NEOMERIDIONALISTA, a partire dall’intuizione profetica di Guido Dorso.

Bibliografia e documentazione di supporto:
-Guido Dorso, “ La rivoluzione meridionale”, 1950;
-Il Manifesto del neomeridionalismo in 7 punti , approvato dagli Stati generali del Sud del 2010
-Dossier con i 30 comunicati 2010 di Beppe De Santis;
-Saggio critico di Beppe De Santis  contro il volume di Marco De Marco, “Terronismo” (2011);
-Lino Patruno, “Fuoco del Sud”, 2011;
-Pino Aprile, “ Giù al Sud”, 2011.