L' antipolitica conquista gli studenti e durante il corteo brucia il tricolore
COMPATTI nelle adesioni, divisi sulle ragioni. Brucia il tricolore al culmine del corteo degli studenti. E in quel gesto c' è la sintesi delle contraddizioni che animano le adesioni al movimento di autotrasportatori e Forconi. La bandiera in fiamme è per il coordinamento degli Studenti Medi che l' ha incendiata, insieme ai centri sociali, con in testa Anomalia e il Laboratorio Vittorio Arrigoni, «un gesto simbolico e provocatorio», andato in scena in corso Vittorio Emanuele, mentre il corteo, scortato dalla polizia e partito dalla Cattedrale, puntava dritto ai cancelli di ingresso del porto, per unirsi al presidio del movimento Forza d' Urto. «Nella bandiera che brucia - dicono Medi e centri sociali - c' è lo Stato che adotta manovre finanziarie fatte di lacrime e sangue con aumenti esponenziali delle tasse e del carovita e in cui non ci riconosciamo». Nel fronte di autotrasportatori, agricoltori e pescatori, riconoscono modalità e contenuti che anche loro, studenti e centri sociali insieme, portano avanti in città da tempo. In comune ci sono i blocchi stradali, l' attacco a Equitalia, e la rivoluzione dal basso contro la crisi che si riassume nell' unico grido: «Rivolta popolare. Tutti uniti contro la crisi». «È- dice Giorgio Martinico, portavoce di Anomalia- un' occasione senza precedenti per questa terra, perché sono i ceti popolari ad affacciarsi per la prima volta alla scena politica in modo unito e apartitico, come risposta alla crisi. Ci unisce a loro il rifiuto dell' intera classe politica e la certezza della sua inadeguatezza in questo momento storico». E Federico Guzzo, studente del Regina Margherita e portavoce del coordinamento degli studenti, parla di un «collettivo bisogno di riscatto e di ribellione, senza colore». Anche gli attivisti di Casa Pound e Giovane Italia, riuniti ieri mattina in sit-in in piazza Indipendenza, appoggiano "Forza d' Urto" a oltranza e meditano di organizzare manifestazioni in tutta la Sicilia. Tengono, però, a marcare la differenza dall' adesione dei rappresentanti del fronte opposto. E, d' altro canto, anche i leader dei Forconi sono costretti a prendere le distanze da quello che considerano un tentativo di Forza nuova di cavalcare l' onda. Con Giovane Italia e Casa Pound, c' era anche Avanguardia studentesca. Tutti pronti a dissociarsi, insieme al coordinamento degli Studenti siciliani in lotta, nato proprio a sostegno dei Forconi, dal rogo in piazza della bandiera. «I centri sociali palermitani - dice Mauro La Mantia, presidente regionale di Giovane Italia - tentano di strumentalizzare una protesta che non gli appartiene in quanto non risponde al superato cliché della contrapposizione tra imprenditore e lavoratore. Quella siciliana è una rivolta nazionalpopolare interclassista che coinvolge interi comparti produttivi ed è animata da quel ceto medio, tradizionalmente lontano da ideologie progressiste e marxiste, colpito mortalmente dalla crisi economica». Posizione vicina a quella di Vincenzo Cicero, coordinatore regionale di Avanguardia studentesca. «Siamo - dice - dalla parte dei piccoli imprenditori, dei lavoratori e dei disoccupati in rivolta. Riteniamo doveroso che anche gli studenti delle scuole superiori si uniscano ai propri genitori per dar vita a una ribellione sociale, ormai necessaria a causa delle politiche del Governo Monti e del Governo Lombardo dichiaratamente a favore dei poteri forti e non delle comunità locali». Per Casa Pound i Forconi rappresentano la vera anima del popolo siciliano. «Esprimono - dice Francesco Vozza, responsabile provinciale di Casa Pound Palermo - la rabbia nei confronti di un sistema politico che ci sta abbandonando». La presenza dei movimenti di estrema destra, comunque, non disturba i centri sociali che minimizzano e vedono in Forza d' Urto un enorme macchina di rivendicazioni popolari. «In questi giorni - dicono gli attivisti - siamo stati al fianco dei Forconie abbiamo avuto la certezza che si tratta di un movimento popolare che porta avanti giuste rivendicazioni. L' estrema destra cerca di cavalcarlo perché ha di fronte persone non organizzate politicamente. È più preoccupante, invece, l' intervento del governo regionale che promettendo briciole, può mettere a tacere una voce che deve continuare a farsi sentire». Destra e sinistra, comunque, ieri mattina, per intervento delle forze dell' ordine, non si sono mai incontrate. Il corteo non autorizzato è andato dritto fino al porto i cui ingressi sono rimasti blindati fino al passaggio dei manifestanti. Mentre i movimenti di destra, bloccati in piazza Indipendenza, sono riusciti a raggiungere via Crispi solo quando gli attivisti dei centri sociali, erano già andati via. CLAUDIA BRUNETTO
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