lunedì 23 gennaio 2012

LAURIA FORCONI

Lombardo gira a Roma le rivendicazioni" protesta="" condivisibile="" ma="" basta="

«SOSTENIAMO le ragioni della protesta, non i metodi». Dopo la lunga riunione con i prefetti e la folta delegazione di «Forza d'urto», Raffaele Lombardo si presenta da solo all'incontro con i giornalisti. Non c'è la controparte rappresentata da agricoltori e autotrasportatori, i cui esponenti sono già in strada a prendere atto degli «impegni» della Regione, nulla di più. Fumata nera. Di lì a poco si saprà che i manifestanti manterranno i blocchi stradali, almeno fino a stasera.
Palazzo d'Orleans, interno giorno. La sala della giunta, appena restaurata, è il teatro dell'ennesimo one man show del governatore. Lombardo è loquace e sorridente, seppur prudente nei toni. Disposto a farsi portavoce della protesta. «I miei rappresentanti di Forza d'urto - dice - hanno consegnato un documento con le loro richieste: abbiamo assicurato loro che faremo la nostra parte e ho chiesto un incontro al governo nazionale». Il presidente della Regione precisa che «gran parte delle materie trattate, come il costo della benzina, non è di nostra competenza».
Quel che il governatore, in prima persona, può fare è garantire «agevolazioni per le categorie da parte di Serit e Crias», e sollecitare «un rapido esame da parte dell'Ars del disegno di legge sul commercio».
Per il resto, la strategia di Lombardo è chiara: dirottare il problema sul governo nazionale, sposando la protesta ma senza accenti gravi, per la preoccupazione di vedersela sfuggire di mano. «Condividiamo le istanze ma non le forme e credo che i blocchi comincino a creare solo disagi per i cittadini.
Mi auguro che i manifestanti facciano circolare almeno le merci altrimenti si alienerebbero l'interesse, se non la simpatia, attorno al loro movimento». Il presidente non può fare a meno, però, di mettere le mani avanti: «La protesta, per la sua peculiarità e l'impossibilità di risalire a singoli rappresentanti, rischia di andare avanti senza controllo». È il pericolo individuato anche dai prefetti, che hanno chiesto garanzie ai leader di «Forza d'urto» giunti a Palazzo d'Orleans, primi fra tutti Giuseppe Richichi (Aias) e Mariano Ferro (Forconi).
La cautela è una scelta obbligata, per Lombardo, che ha deciso di incontrare i manifestanti nel giorno in cui i magistrati, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e il procuratore di Francesco Messineo definiscono «fondato» l'allarme di Confindustria e di dodici associazioni di categoria sulle «infiltrazioni mafiose» nel blocco degli indignados siciliani.È una denuncia che divide, quella di Lo Bello e dei rappresentanti "ufficiali" di commercianti, agricoltori e altre fasce produttive che sono stati scavalcati dalla protesta. Gianfranco Micciché, a nome di Grande Sud, chiede a Lo Bello «di fare i nomi dei presunti mafiosi» perché qui «siamo davanti a un movimento di massa che viene dal popolo». E anche Fabio Granata, uno dei «big» di Fli e vicepresidente della commissione antimafia, invita «a non criminalizzare la protesta». Nello stesso governo regionale, d'altronde, non mancano le fibrillazioni.
L'assessore alla Infrastrutture, Pier Carmelo Russo, non ha partecipato al vertice di ieri mattina, ufficialmente perché la comunicazione da parte di Palazzo d'Orleans è giunta in ritardo. Ma Russo, proprio mentre andava in scena la riunione in presidenza, ha chiesto alle organizzazioni di categoria di sottoscrivere un patto di legalità. Secondo Russo, quando «le associazioni più importanti e con il maggior numero di iscritti denunciano la possibile ingerenza della criminalità nella protesta dei Tir, le istituzioni regionali hanno il dovere di esprimersi con chiarezza». Pur con tutti i distinguo, è un messaggio chiaro allo stesso Lombardo.
Che, per conto suo,è garantista: «Sarà la magistratura ad accertare eventuali infiltrazioni mafiose, non spettaa me valutare».
Il governatore ci tiene a far sapere che non vede «una matrice politica dietro un movimento sorto dalle difficoltà in cui versano queste categorie». E se qualcuno gli ricorda che Mariano Ferro, uno dei leader dei "forconi" ha fatto un lungoe applaudito intervento all'ultima convention catanese dell'Mpa, Lombardo ha la risposta pronta: «In quell'occasione ha parlato anche Maria Grazia Cucinotta, la quale non mi risulta iscritta né elettrice del movimento per l'autonomia. Purtroppo».
- EMANUELE LAURIA

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