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Prot. 1952/2012/265-messaggio n.10
SI AGGRAVA LA CRISI AGRICOLA,SI APPESANTISCE IL CARICO FISCALE,CONTINUANO LE LEGITTIME PROTESTE,NON SI OTTENGONO I RISULTATI CONCRETI DELLA VERTENZA E DELLE LOTTE,RESTANO CONFUSI O MANCANTI LE STRATEGIE VINCENTI,IL PROGETTO E LA PIATTAFORMA PER LA SALVEZZA E LA RINASCITA DELL’AGRICOLTURA ITALIANA E MERIDIONALE
Continuano, per fortuna,manifestazioni e proteste degli agricoltori nel Sud e in tutta Italia. Da parte di organizzazioni autonome e di quelle ufficiali storiche.
Il 9 marzo è prevista una manifestazione nazionale a Roma.
Come è noto, gli antesignani di questo ciclo di lotta sono stati i Pastori Sardi, da 10-15 anni sul campo di battaglie.
Sono spuntate ,poi, diecine di sigle autonome, un po’ in tutta Italia, con caratteristiche anche molto peculiari e diversificate tra loro.
Nel Sud e in Sicilia, abbiamo visto – e vediamo- all’opera, con alterna fortuna, dal 2009, tra gli altri, “Il Tavolo verde di Puglia Basilicata”,“Altragricoltura”, i CAS ( Comitati Autonomi Agricoltori Siciliani), Comitati in Rete, “Terra è Vita”,in ultimo, i “Forconi” con gli autotrasportatori di Richici, la FIMA ( Federazione Italiana Movimenti Agricoli).
Frattanto, almeno dal 2009 al 2012, la crisi agricola si è aggravata.
Recentemente, si è aggiunta la mazzata fiscale di Monti, in particolare con l’IMU agricola (da 1,3 a 1,5 miliardi di euro di aggravio fiscale), l’una tantum di circa 2-3 MLD per l’accatastamento dei fabbricati rurali, insomma 4-5 mld in più rispetto alla vecchia ICI. Piove sul bagnato.
La settimana scorsa, il Parlamento Europeo ha approvato una normativa a favore della piena libertà di esportazione dei prodotti agricoli marocchini in Italia e in UE. Ad una mazzata, segue un’altra mazzata.
Insomma, aumentano le lotte, ma ,aumentano contestualmente i disastri,le mazzate,i risultati negativi. Ecco, il punto. Ecco, la contraddizione sbalorditiva.
Bisogna interrogarsi su questa contraddizione. E tentare di risolverla.
Gli agricoltori, le associazioni, i movimenti, per resistere e vincere, HANNO ASSOLUTO BISOGNO DI OTTENERE RISULTATI CONCRETI.
La lotta per la lotta,sacrosanta, purtroppo, prima o poi mostrerà la corda. Se mancheranno sempre i RISULTATI CONCRETI.
Anzi, più precisamente occorrerebbe ottenere risultati di tre tipi:risultati immediati, sia pure limitati;risultati intermedi, nei tempi e nella consistenza; risultati strutturali e strategici, di sistema.
Altrimenti, un conflitto sociale, pur legittimo e prezioso, è destinato alla dispersione.
Allora, il problema preliminare da ponderare è LA PORTATA DELLA VERTENZA, la portata della partita.
Ebbene, quella della crisi agricola/civiltà agricola- e della relativa vertenza- è, per usare una metafora calcistica,un CAMPIONATO MONDIALE, non un torneuccio da oratorio.
Bisogna essere attrezzati, dunque, ad un campionato mondiale:le mutazioni in- dotte dalla globalizzazione sull’agricoltura,il dominio della finanza globale speculativa anche sull’agricoltura,la liberalizzazione legale illegale e anche criminale dei mercati mondiali agricoli e agro-alimentari,la pervasività delle agromafie in tutta la filiera, qualità e sicurezza dei prodotti,il nesso tra agricoltura qualità della vita, territorio e ambiente.
Quella dell’agricoltura e della civiltà agricola non è una crisi settoriale, congiunturale, ma, una CRISI DI SISTEMA, storica.
Per essere fronteggiata ha bisogno di una RISPOSTA DI SISTEMA.
Occorre dotarsi di un’analisi all’altezza della sfida, di una teoria adeguata, di una visione adatta, di una strategia potente, di un progetto all’altezza dello scontro,di una piattaforma precisa e robusta, coerente.
Occorre dotarsi, quindi, di una SOGGETTIVITA’ culturale, tecnica, sindacale, civile, politica e istituzionale all’altezza della sfida.
Costruire una rete potente di alleanze culturali, tecniche , politiche e istituzionali, per farcela.
Sul tempo immediato, sul medio termine, sul lungo termine.
Gli agricoltori, le associazioni tradizionali, i nuovi movimenti agricoli dispongono, oggi, di tale strategia, programma, progetto, piattaforma? No.
Dispongono di una potenza soggettiva all’altezza dello scontro? No.
Dispongono della rete delle alleanze adeguata? No.
Gli agricoltori dispongono oggi della tragedia della crisi agricola, dei debiti, del massacro fiscale e previdenziale, di tanta rabbia, di dolore, di voglia a volte eroica di battersi, di capacità di lottare.
Ma, così e da soli, non possono farcela.
E’ l’intero sistema che si deve far carico della crisi agricola. Se lo può e vuole fare.
Altrimenti saranno guai e dolori.
Ciascuno deve poter fare, nella propria autonomia, la propria parte, se vuole e se può.
Per parte nostra, abbiamo , negli anni seguito con rispetto e responsabilità la parabola della crisi agricola e delle proteste.
Abbiamo rispettato e rispetteremo sempre l’AUTONOMIA dei singoli gruppi e movimenti.
Il problema non è cosa fa o non fa questa o quella associazione, o questo o quel movimento.
Il problema è cosa fa ciascuno di noi ,come singolo e come responsabile di qualcosa: a livello internazionale L’Organizzazione del Commercio Mondiale, la Banca mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, le varie strutture di governance della cattiva globalizzazione in corso; a livello europeo, le varie istituzioni della UE; a livello nazionale, l’intero circuito istituzionale, politico, amministrativo, sindacale e culturale. Così, a livello regionale e locale.
Noi faremo, con umiltà e rigore, la nostra parte. NEL RISPETTO DELL’AUTONOMIA RECIPROCA DEI RUOLI.
A partire da questa prima nota generale,nei prossimi giorni e settimane, avremo modo di comunicare idee e progetti, di proporre e promuovere iniziative che riterremo utili, di agire i raccordi e le alleanze giuste.
Beppe De Santis, Segretario nazionale dei “Meridionalisti Italiani”,7 marzo 2012.
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